educazione all’affettività

educazione all'affettività

“Con il termine educazione all’affettività s’intende lo studio delle relazioni tra i generi ma anche il dialogo sui diversi orientamenti sessuali in una chiave inclusiva e che aiuti a superare il proliferare degli stereotipi, spiegando ai bambini ai ragazzi e agli studenti come la costruzione tendenziosa delle differenze sia la causa delle diseguaglianze e, in rapida successione, della discriminazione e della violenza. Introdurre l’educazione all’affettività nelle scuole significa semplicemente dare attuazione alla Costituzione: rendere le scuole luoghi il più possibile inclusivi e aperti al confronto tra gli studenti e rendere gli studenti cittadini liberi dai vincoli del pregiudizio e dell’ignoranza. Si spera che  diventi patrimonio di tutte le scuole italiane”.

 

L’ideologia gender, molto semplicemente, non esiste e dunque non può essere definita se non semplicemente ideologia di genere. O meglio, si tratta di un mero termine retorico, creato ad arte per diffondere un clima di terrore, paventando un indottrinamento dei bambini e dei ragazzi sulla presunta negazione dell’esistenza di differenze tra uomo o donna o, peggio, sulla possibilità per ognuno di loro di essere portati a scegliere arbitrariamente se essere uomini o donne. La definizione dispregiativa “ideologia gender” vuole sortire un solo effetto: distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla grande emergenza sociale costituita dai ripetuti episodi di violenza sulle persone omosessuali e dai suicidi di giovani ragazzi vittime di bullismo omofobico in ambiente scolastico. Il termine è ormai diffuso e abusato da molti: dai Giuristi per la vita, alle alte sfere ecclesiastiche, fino a sedicenti associazioni a difesa della famiglia naturale. Ma non esiste alcuno studio scientifico, alcun dibattito o ricerca da cui asserire l’esistenza di una ideologia gender. L’utilizzo stesso del termine ideologia, anzi, nasconde la volontà di denigrare; al contrario, introducendo l’educazione all’affettività nelle scuole non ci si farebbe portatori di alcun dogma prestabilito, bensì solo di confronto e di ascolto. È necessario fare chiarezza: il superamento degli stereotipi di genere non significa in alcun modo annullamento del sesso biologico. Significa che una ragazzina, biologicamente donna, che a scuola preferisce giocare a calcetto o vestirsi “come un maschiaccio” non va presa in giro e che, similmente, un ragazzo con voce o movenze femminili non va emarginato e preso a botte. L’educazione all’affettività non punta all’abbattimento del genere bensì al superamento del ruolo di genere imposto attaverso stereotipi”, al rispetto reciproco prevenedo la prevaricazione e la violenza di “genere” appunto.

per saperne di più la puntata di “presa diretta” su educazione sessuale e cyberbullismo dal min’ 29

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-52b804ad-d360-490a-a071-4d3ed30d3895.html#p=0